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Digitale terrestre, boom di vendite per decoder e tv

di Daniele Lepido

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16 ottobre 2008

La caccia al decoder è già iniziata, pur con qualche disagio e un allarme lanciato dalle associazioni di consumatori che parlano di dispositivi «introvabili». Almeno in Sardegna, dove il vecchio segnale analogico della tv è stato spento allo scoccare della mezzanotte di martedì per lasciare il posto al digitale terrestre. Con più canali, qualità e servizi interattivi. Tutto, in realtà, per un piccolo schermo ancora da scrivere e declinare nelle sue diverse potenzialità, fatta com'è la nuova televisione di bit (ovvero di 0 e di 1), auspicando quel matrimonio con internet che nell'era della new economy era fallito – e parliamo ormai di quasi dieci anni fa – e che oggi invece potrebbe finalmente arrivare all'altare della convergenza. Il vantaggio principale del digitale è uno: diffondere più programmi su un solo canale, moltiplicando di fatto l'offerta sia in chiaro, sia a pagamento. Per fare qualche esempio, viale Mazzini ha aggiunto nel suo bouquet un canale gratuito come Rai4, Mediaset dal canto suo ha lanciato Iris, dedicato al cinema, ma anche tutta l'offerta pay-per-view con la gallery di film e partite.
Lo switch al digitale terrestre (Dtt) comporta l'acquisto di un decoder, che nel caso della Sardegna è stato finanziato dal ministero dello Sviluppo economico con un bonus di 50 euro, pratica già adottata in passato per diffondere la buona novella del digitale nelle case degli italiani, pur con risultati non sempre entusiasmanti. Oggi invece che il conto alla rovescia è scattato e il calendario di conversione alla nuova tecnologia è partito, il 2012 appare sempre più vicino. In quella data le vecchie onde dell'analogico andranno in pensione e tutti, per vedere la tv, dovranno dotarsi degli strumenti giusti. Come orientarsi allora nel labirinto di offerte hi-tech, tra set-top-box e televisori di ultima generazione?
A chi è in possesso di un vecchio tv con il tubo catodico (Crt) basterà un decoder semplice per vedere il digitale terrestre, che si può trovare anche a prezzi molto ridotti, persino sotto i 30 euro. Il collegamento con il televisore avverrà in questo caso con la presa scart, che in realtà non garantisce una visione ottimale, almeno visti i nuovi standard di visione. Meglio sarebbe collegare il decoder allo schermo con le uscite "video-composito" (S-Video), mentre se si punta all'alta definizione il set-top-box deve essere munito di una o più uscite Hdmi ( High definition multimedia interface). Ma l'alta definizione per il digitale terrestre è tutta un'altra partita che richiede, oltre a un'offerta ancora da strutturare, televisori ad hoc in grado di raggiungere le risoluzioni di 1280 per 720 punti oppure di 1920 per 1080. Televisori al plasma o Lcd, anche Hd-Ready e non solo Full-Hd, necessari per vedere film e partire a una risoluzione di gran lunga maggiore.
Per accedere al digitale terrestre l'alternativa preferibile sono proprio i nuovi schermi piatti che incorporano il decoder, insieme con uno slot chiamato Cam (Common access module) per inserire le tessere di Mediaset Premium o La7 Cartapiù, solo per fare un paio di esempi, con costi a partire da 800 euro per tv da 37-42 pollici, a seconda della qualità complessiva e delle caratteristiche. Sia per i televisori, sia per i decoder il consiglio che gli esperti danno ai consumatori è scegliere device con il bollino Dgtvi, l'associazione che ha tra i suoi soci Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree, Frt e Aeranti-Corallo, nata per diffondere il digitale terrestre nel Paese. Due i bollini da tenere sott'occhio: quello blu, che indica un decoder in grado di vedere canali gratuiti, contenuti a pagamento e servizi interattivi, e il bollino bianco che certifica i televisori dotati di sintetizzatore digitale, ma anche di slot Cam.
Intanto ieri sono continuati i lavori in Sardegna per la conversione dei sistemi, con oltre cento interventi sugli impianti di trasmissione che hanno consentito nell'area dell'Ogliastra e di Cagliari il passaggio al digitale terrestre.

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